INTERVISTA AL MAESTRO GIANLUCA DI DONATO
L’arte passa attraverso varie forme e
conduce, ogni volta, l’animo umano ad arricchirsi. L’artista, di oggi, concede
tutto il suo talento, facendo librare le sue note al cielo, sonorità e magia si
fondono, preludio di nuove emozioni. Ascoltando
l’incedere delle sue dita sui tasti, non posso fare a meno di percepire, quel connubio
che esiste solo quando tecnica e talento si uniscono, giungendo ben oltre
ai soliti plausi, ma fin dentro a cuore
di chi lo ascolta. Oltre scrittura ha
l’immenso piacere di ospitare Gianluca Di Donato: pianista di fama
internazionale, il quale esegue con maestria opere prestigiose, riconducendole
al loro antico splendore.
Gianluca, innanzi tutto, ti ringrazio
della tua presenza nel mio blog. La mia prima domanda è questa: Ti avvicini
alla musica in tenera età ,carpendone a poco a poco i segreti, che poi ti condurranno
ad una prestigiosa carriera , tutt’oggi in ascesa. Rammenti quando è stata la
prima volta che ti sei avvicinato ad un pianoforte ? Quale sono state le tue
prime sensazioni?
Grazie a te per l’invito è un grande
piacere essere presente sul tuo blog meraviglioso. Ho iniziato a suonare
casualmente quando ancora non avevo 5 anni, mio nonno aveva l’abitudine di
suonare ogni pomeriggio e mi metteva sulle sue ginocchia, un giorno non lo fece
io ci rimasi malissimo mi avvicinai al pianoforte alzai il coperchio e senza averlo
mai toccato iniziai a suonare le musiche che lui abitualmente eseguiva.
Durante
il Festival
Pianistico Internazionale di Amalfi del 1991, a soli 19 anni, ricevi la
targa “Mozart” per il più giovane pianista presente nella storia
del Festival. Per arrivare, ad un
riconoscimento così importante, quanto della tua infanzia e adolescenza hai
sacrificato?
Se dovessi
dire di aver fatto sacrifici all’epoca non sarei onesto! Il tempo che
sottraevo alle normali attività di un adolescente lo dedicavo con immenso
piacere al pianoforte ed alla musica che erano tutto per me, certo conciliare
il liceo classico e poi l’università con gli studi non fu facile anzi, ma ero
entusiasta di tutto, i veri sacrifici sono arrivati dopo e tutt’oggi mi rendo conto
del compito spesso da monaco tibetano che ogni giorno mi aspetta, ma
diversamente non potrei vivere.
Da
allora, la tua carriera si è evoluta radicalmente conducendoti in teatri e palcoscenici mondiali , dove hai potuto liberare il tuo estro eseguendo pezzi dei più
grandi compositori. Tra tutti ricordo l’integrale dell’opera pianistica di
Franz Schubert, che ti rende il merito
di essere il primo ed unico pianista italiano ad aver eseguito l’intero corpus
schubertiano da vivo. Due parole a tal proposito.
Schubert mi aspettava da anni ma lo avevo
sempre evitato perché era l’unico compositore che mi spaventava eseguire dal
vivo e non capivo il perché. Fu dopo anni che mi resi conto che con lui non si
poteva fare tutto d’istinto come facevo da ragazzino, lui mi parlava con poche
parole ma piene di significato, la sua musica non ha bisogno di dita volanti,
ma di cuore semplice aperto ed umile ed ecco che a 30, decisi di dedicarmi a lui e da allora è
uno della mia trinità musicale insieme a Beethoven e Mozart. Ho eseguito due
volte l’integrale della sua produzione pianistica e nella stagione 2015-2016
eseguirò di nuovo tutte le sue meravigliose sonate per pianoforte
Spesso,
sei ospite nei licei, dove impartisci lezioni sulla storia della musica. Un
consiglio per tutti i giovanissimi che vogliono intraprendere il tuo percorso.
Studiate e vivete! Studiate voi stessi, la
vita che vi circonda, la musica e poi il vostro strumento musicale che è solo
un’estensione della vostra mente, fatevi un’idea chiara di ciò che volete dire
suonando e solo allora potrete mettere le mani sul pianoforte diversamente
sarebbe come mettersi in macchina e viaggiare a vuoto perdereste tempo e
benzina inutilmente.
Se
dovessi creare “ Il musicista per “eccellenza” unendo le qualità di più compositori di tutti i tempi, quali sceglieresti ? E cosa estrapoleresti da ognuno di loro?
Mozart! A lui sto dedicando tutto me
stesso da due anni e lo farò ancora fino al 2016 sto eseguendo tutta la sua
musica per e con pianoforte, oltre a scrivere saggi sulla sua produzione, un’
impresa colossale ma Mozart non è di questa terra e quando quelle che possono
sembrare note e frasi semplici ti rendi
conto sono di una difficoltà immensa comprendi che lui è unione di genio
assoluto, umiltà, serenità, dramma, paura, coraggio tradizione e futuro in una
sola parola universale ed ecco che
quando meno te lo aspetti lui ti alza per un attimo il velo del paradiso e
capisci cosa lui vide costantemente e
solo così si giustifica qualcosa che diversamente non potrebbe essere spiegato.
Come ogni artista, oltre alla preparazione e il talento, v’è una buona dose di sogno. Per
te quanto è stato importante sognare ?
Il
sogno è la verità, è ciò che non possiamo bleffare quindi nella sua condizione
possiamo leggere veramente ciò che desideriamo ciò vorremmo essere e quando ne siamo consapevoli, ci dobbiamo
rimboccare le maniche e lavorare tanto,
tantissimo per rispetto al compositore ed al pubblico a cui ci rivolgiamo. Ricordandoci
sempre che noi siamo dei medium dei tramiti tra il “produttore ed il
consumatore” quindi umiltà sempre e comunque.
Se
dovessi descriverti in una sola parola quale sarebbe ?
Silenzioso
Come
mia ultima domanda ti chiedo: quando stai eseguendo un pezzo, le tue mani sono come
rapite e con perizia conducono la danza fino all’ultima nota, ma in quel frangente, quando tutta l’attenzione del
pubblico è su di te, tu e i tuoi pensieri invece dove state andando?
Come ti dicevo prima noi siamo dei tramiti
quindi dovremmo pensare solo alla musica, io mentre suono canto sempre
dall’inizio alla fine e cerco di farlo in rigoroso silenzio anche se talvolta
la mia voce rompe gli argini e si fa sentire.
Nel
salutarti ti ringrazio di avermi rilasciato questa splendida e sentita
intervista.
Grazie a te e complimenti ancora per lo
splendido lavoro di divulgazione che fai in modo serio semplice e costante. Gianluca di Donato
Intervista a cura di Monica Pasero
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