A Oltre Scrittura il Maestro Mario Galeani, intervista a cura di Monica Pasero


E nell’anima nasce 
 Libra tra i tasti
Divenendo
 Respiro nel tempo


V’è sempre una ricercatezza estrema, un’accurata attenzione e passione e poi lo spirito viaggia e  respira tra i tasti di un pianoforte.  È il respiro del tempo … e quel che nasce, è essenza di un cammino fatto di sacrifici e sfide in cui il talento si fonde all’esperienza. Si creano così sonorità accoglienti, intense che variano di opera in opera  e come loro gli stati d’animo degli ascoltatori. Melodie antiche si espandono malinconiche a volte allegre e il tempo ritorna ai grandi compositori del passato. L’ospite oggi riporta alla vita la musica classica, quella che fa da radici alla cultura musicale ed è grazie ad artisti come lui che continuano a vivere nei teatri di tutto il mondo, i grandi maestri senza tempo. Definito uno de più importanti e attivi pianisti italiani, a Oltre Scrittura ho il grande piacere di ospitare il Maestro Mario Galeani.
  

Beethoven iniziò la sua carriera musicale a solo undici anni, indirizzato dal suo insegnante  Christian Gottlob Neefe, anche lei come lui, ha iniziato giovanissimo.  Un pensiero sul suo debutto, emozioni e paure di quel giorno?

Ho iniziato così per gioco a studiare il pianoforte a sei anni con mia madre, anche lei pianista e docente. Ma solo dopo gli 11 anni ho intrapreso lo studio in maniera più convinta e metodica. Del mio debutto ricordo ancora l’emozione intensa e la paura di non farcela nell’attesa poco prima di suonare, il cuore in gola e le mani sudate dopodichè, appena seduto davanti al pianoforte, ogni paura e sudore sparì come per incanto: da lì ho capito che questa era la mia strada e la mia missione.


Nella sua carriera, ha avuto la fortuna di essere guidato da un grande Maestro, di cui ho avuto modo di citare in altre occasioni. Parlo del grande Maestro Aldo Ciccolini ,  un suo personale ricordo?

“Ho tantissimi ricordi del mio grande Maestro Aldo Ciccolini, cui ho dedicato il mio recente concerto al Teatro Vittorio Emanuele di Messina con l’Orchestra del Teatro, in cui abbiamo suonato due tra i concerti da lui più amati: il 488 di Mozart e il concerto n 1 di Chopin. La prima cosa che mi balzò chiara sin dal primo incontro avvenuto nel 1989, fu la sua grande semplicità, il saper mettere l’allievo a proprio agio e l’umiltà tipica delle grandi personalità.

Allo stesso tempo Aldo(come desiderava essere chiamato dai suoi allievi), aveva una grande generosità nel dispensare i suoi preziosi insegnamenti musicali dati sempre come delicati suggerimenti in punta di piedi e mai come un dogma, con la stessa delicatezza di chi bussa alla porta facendo attenzione a non disturbare.. Aldo era anche capace di essere molto tagliente e drastico nei giudizi come pochi altri e allo stesso tempo gli piaceva scherzare e amava molto raccontare aneddoti e barzellette di ogni tipo. Dal punto di vista musicale ricordo la cura e l’amore che mi ha trasmesso nel rispettare e servire il testo musicale, curare il fraseggio, il legato e il suono, quel suono che lui amava definire a 3 dimensioni, cioè un suono che va oltre l’aspetto uditivo e diventa scultura! Ricordo la sua enorme capacità evocativa attraverso la quale cercava di farti capire per ogni brano quale era secondo lui l’attacco del tasto più giusto. Infine ma non ultimo, per me Aldo è stato come un padre, dispensatore di preziosi consigli di vita, un uomo saggio dal cuore grande che la vita portò molte volte a sentirsi “solo anche se insieme a molte altre persone”.

 Riesce a compiere un sogno ambizioso, divenendo l’unico pianista italiano a realizzare l’incisione integrale dei concerti di Beethoven con la celebre Royal Philharmonic Orchestra di Londra.  Un commento su questa sua fantastica esperienza?

L’idea di incidere tutti i concerti beethoveniani per pianoforte ed orchestra con la celebre Royal Philharmonic Orchestra nasce nel 2007 dopo aver debuttato con loro qualche anno prima al Teatro Antico di Taormina nel concerto di Schumann.

 È stata un’esperienza unica anche perché condotta con lo stesso direttore - il polacco Grzegorz Nowak- e con una delle migliori orchestre del mondo, caratterizzata da una strepitosa ricchezza e bellezza di colore in tutte le sezioni oltre ad avere una rara duttilità e sensibilità nel saper cogliere in ogni sfumatura tutte le indicazioni
interpretative del solista e direttore. Un gran lavoro di team che è stato realizzato con l’uscita di tre CD rispettivamente nel 2008, 2011 e 2013 e che ci ha dato grandi soddisfazioni anche in termini di recensioni, in quanto il cd con il quarto e quinto concerto di Beethoven è stato definito dal magazine inglese “Classic Net Review” come una delle più belle incisioni degli ultimi decenni e paragonata a quella di Baremboim con Klemperer della fine degli anni ’60.
In un suo intervento, parla di “Respiro del tempo” legandolo al compimento di questi  suoi concerti  Beethoveniani.  Può spiegarci cosa intende con questa espressione?

“Percepisco il respiro nel tempo come il motore e nucleo della Musica, che sta oltre ciò che è scritto sul pentagramma, cioè è il senso più profondo di quello che vogliono dire l’insieme delle note, armonie, melodie, fraseggio, dinamiche, andamento metronomico e l’agogica di un brano. In Beethoven abbiamo ricercato il giusto andamento metronomico e agogico che facesse venir fuori nel miglior modo possibile questo respiro, mettendo in luce così anche tutti gli infiniti dettagli del fraseggio beethoveniano

.”

Ha girato davvero gran parte del mondo, la sua esperienza è grande! Durante le sue esibizioni, credo abbia avuto modo di conoscere uomini di culture e pensieri differenti, ma tutti alla fine, se non erro, uniti nella musica.  Quanto, secondo lei, l’arte in questo caso la Musica può unire i popoli?
  
“La Musica è tra le più potenti risorse che l’umanità ha a disposizione per unire i popoli, una grande forza di comunicazione che parla direttamente al cuore e all’anima delle persone. Il problema è che il genere umano ne fa poco uso in questo senso e anzi in molte parti del pianeta la Musica è la prima ad essere


sacrificata in un periodo di crisi economica come quello che stiamo attraversando. Quando alla fine di un concerto uno sconosciuto spettatore viene commosso e ti ringrazia per avergli regalato un sogno oppure un altro ti scrive dicendo che senza di noi il mondo sarebbe un posto più povero, ciò mi fa capire quanto importante sia la Musica per lo sviluppo della nostra società e al contempo mi fa sentire una grande responsabilità.”


Dietro a un grande artista ci sono sempre tanti sacrifici, rinunce e anche qualche sconfitta.  Un consiglio ai giovani che vogliono percorrere il suo stesso cammino. 

Ai giovani consiglio assolutamente di perseguire i propri sogni e progetti dedicando tutto il loro entusiasmo e energie e questo vale non solo per la Musica: non c’è cosa più bella che realizzare i propri ideali. Ciò costa tanta fatica, sacrifici e a volta purtroppo bisogna anche essere disposti ad andare via dalla propria città o paese pur di riuscire nell’intento. Mettete in conto anche questo, sarà un’esperienza importante per la vostra crescita umana e musicale e guardate al futuro sempre con ottimismo, in quanto credo che le cose miglioreranno per la Musica anche in Italia.”

Se potesse viaggiare nel tempo e conoscere realmente Beethoven, cosa gli chiederebbe e perché?



“Gli chiederei sicuramente a cosa pensava quando componeva e scriveva una pausa improvvisa interrompendo bruscamente un fraseggio: credo che anche lì risieda il senso più profondo della sua musica”

Progetti futuri? 

“Ho diverse cose in cantiere, tra le quali un progetto ambizioso patrocinato dal Ministero Beni Culturali che prevede la valorizzazione della musica contemporanea tonale di un giovane direttore e  compositore italiano – Alessandro Valtulini – con la realizzazione di alcuni concerti a Milano nella prossima estate che prevedono anche la partecipazione della celebre Philharmonia Orchestra di Londra, oltre a dei concerti all’estero tra Danimarca e Germania per la prossima stagione.”
  
Oltre al grande artista, chi è Mario Galeani nella vita di tutti i giorni?

“Un marito fortunato, amorevole, collaborativo, un po’rompiscatole e un padre di un dolcissimo bimbo di quasi tre anni (Giovanni), che è il senso di tutta la mia vita da quando è arrivato..”

Giungo alla mia ultimissima domanda, di rito per il mio blog, quanto è importante nella sua vita il sogno?
Fondamentale! Avevo la possibilità di diventare un ingegnere, continuando un avviatissimo studio d’ingegneria nel solco di mio padre: non ci sarebbe stata per me soluzione più comoda ed
economicamente più sicura ed invece ho scelto la Musica, coltivata da sempre da mia madre, seguendo un sogno che è divenuto realtà e che ora nel mio piccolo contribuisce a far sognare il pubblico che mi ascolta.”

Grazie Monica

Ringraziando il Maestro per il prezioso contributo,  ricordo ai nostri lettori il suo sito 

e il suo canale you tube

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