Oltre scrittura segnala Mistero di Sangue di Alessandro Biagini
“MISTERO DI SANGUE”
Alessandro Biagini
Schizzi di sangue e una manciata di zucchero.
Clic, uccidere. Chi si aggira per le strade di Roma tingendo di scarlatto
incubi e deliri?
Roma, interno notte. Un uomo si sveglia nel letto di un ospedale cercando di ricucire i fatti delle ultime ore.
All’improvviso la mente ricorda una cantilena che obbliga a confezionare continui spostamenti nella convinzione che il crimine possa restare impunito.
Roma, esterno giorno. Qualcuno riconosce l’assassino che vaga tra le strade della città.
La caccia inizia girando le carte in tavola, senza rilanciare o passare la mano.
Un uomo uccide mentre un altro ha deciso di fermarlo a tutti i costi, prima che lo scenario crolli come un mucchio di intonaco a poco prezzo.
Roma scopre di aver paura, ma qualcosa è destinato a mutare.
Il ladro di zucchero e l’uomo dei palloncini.
Due uomini di fronte al capitolo finale di un mistero di sangue.
Roma, interno notte. Un uomo si sveglia nel letto di un ospedale cercando di ricucire i fatti delle ultime ore.
All’improvviso la mente ricorda una cantilena che obbliga a confezionare continui spostamenti nella convinzione che il crimine possa restare impunito.
Roma, esterno giorno. Qualcuno riconosce l’assassino che vaga tra le strade della città.
La caccia inizia girando le carte in tavola, senza rilanciare o passare la mano.
Un uomo uccide mentre un altro ha deciso di fermarlo a tutti i costi, prima che lo scenario crolli come un mucchio di intonaco a poco prezzo.
Roma scopre di aver paura, ma qualcosa è destinato a mutare.
Il ladro di zucchero e l’uomo dei palloncini.
Due uomini di fronte al capitolo finale di un mistero di sangue.
ESTRATTO:
Toscana 1975.
Due bambini a cavalcioni su un muretto.
Qualche scippo e diverse gocce di sangue.
Pedoni che si guardano intorno e cambiano
strada.
Ladroni che scorrazzano intorno e benedicono
questa omertà.
Da un lato quelli giusti.
Dall’altro quelli sbagliati.
Nel mezzo quelli che non contano nulla.
Che non sanno da che parte stare e quando
giocano a fare il capitano di una squadra di calcio, sono talmente sfigati che
non esce pari e nemmeno dispari.
Esce solo la voglia di vergognarsi dei rigori
sbagliati.
Nel frattempo il sangue schizza e il resto
rotola.
Gli anni si trascinano al guinzaglio ma senza
museruola.
Pronti per abbaiare.
Pronti per azzannare.
Il primo bambino sul muretto sei tu.
Con i pensieri che salgono fino alle nuvole
gonfie di pioggia.
E vicino a te ci sono io.
Con lo sguardo a vagare su un paesaggio di
latta.
Oltre i tetti di coppi e cemento la vita
sfoglia le istruzioni.
Per i giorni in cui pare che non accade nulla.
Per i giorni in cui prima di sera ci scappa il
morto.
I bambini sul muretto studiano un modo per
accettare i rimproveri.
Due bambini costretti a digerire il vortice che
urla intorno ai sogni.
Due bambini troppo grandi per raccogliere i
fumetti abbandonati.
Due sagome di cartone a decidere la parte da
indossare.
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